di SARA MUSA
Media Aid raccoglie l’appello di Gianni Toma del Cospe e a Radio Shabab arriva una nuova antenna. L’emittente palestinese che serve una comunità di giovani aveva dovuto interrompere le trasmissioni a causa di attrezzature deteriorate. Il programma Dai voce ad una radio, ha permesso di aiutare nel giugno 2016 la radio a ripartire.
Radio Shabab, radio comunitaria Palestinese, aveva avuto ultimamente qualche problema “tecnico” e – a causa di mancanza di mezzi – poteva trasmettere solo in un raggio di meno di 15 KM, intorno a Ramallah. Poi cosa è successo?
Sono arrivati alcuni piccoli finanziamenti,afferma Gianni Toma.Con il contributo di Media Aid è stata acquistata una nuova antenna. Durante i lavori, durati oltre due settimane, Radio Shabab è stata chiusa. Qualche giorno fa l’antenna è stata sostituita, è aumentata l’area di copertura del segnale ed ora le trasmissioni possono essere ascoltate da molte più persone.
A chi si rivolge Radio Shabab?
A chiunque, trattando essenzialmente temi sociali di interesse comune e proponendo programmi di approfondimento che, di volta in volta, interessano specifici settori sociali, di età o di genere.
Tuttavia il principale gruppo di riferimento sta nel nome stesso della radio: Shabab significa ragazzo, giovane. Del resto, giovani sono i redattori e i volontari, giovani sono i tirocinanti accolti a Radio Shabab FM dalla Facoltà di Media e Comunicazione dell’Università di Birzeit, giovane è il pubblico che maggiormente partecipa ai microfoni aperti e ai programmi in diretta.
Qualche esempio sulle tematiche trattate?
Tre anni fa il campo profughi di Jalazon ha avuto un serio problema di rifornimento d’acqua e gli abitanti del campo hanno attivato un battage attraverso la radio, che immediatamente si è messa a disposizione, ed in pochi giorni è stato risolto il problema Stessa cosa per il servizio di trasporto pubblico in alcuni villaggi e per garantire informazioni immediate e di prima mano, come è successo durante la sanguinosa operazione Piombo Fuso realizzata dall’esercito israeliano. In quella occasione Radio Shabab ha stretto un accordo con una radio della Striscia di Gaza per garantire le informazioni. La radio ha seguito anche un’iniziativa cinematografica, ha prodotto una sit-com radiofonica, mette a disposizione un pediatra che risponde in diretta agli ascoltatori, trasmette programmi per bambini e per giovani.Nell’estate 2010, ha coperto il Festival itinerante di Shashat, la più significativa iniziativa di cinema al femminile realizzata nei Territori Palestinesi.
In poche parole il palinsesto è centrato su programmi di servizio per i cittadini, informazione, approfondimenti su temi sociali, spazi aperti alla società civile, cultura, ed ovviamente tanta musica.
Quali sono i progetti della Radio?
Ora che abbiamo risolto il problema dell’antenna, dal punto di vista più strategico il principale progetto consiste nell’allargare il Comitato Direttivo della radio. Sono già stati avviati una serie di contatti con altre associazioni ed organizzazioni di rilievo nazionale, che possano contribuire con la loro esperienza nel sociale ed il loro prestigio a rafforzare i contenuti e la visibilità di Radio Shabab FM.