Nairobi. Quel laboratorio a Shalom House

di MARCELLO ANSELMO e LORENZO PAVOLINI

Ecco il resoconto del workshop radiofonico che si è svolto nella capitale keniota, dal 6 al 14 dicembre 2011, da Lorenzo Pavolini. Vi hanno preso parte una dozzina di giovani con diversi livelli di esperienza giornalistica e di broadcasting. I temi trattati, i risultati, i prodotti, le emozioni dei partecipanti.

Il laboratorio è stato impostato durante la prima mattina di lavoro insieme ai partecipanti, dodici persone di età diversa, per lo più intorno ai vent’anni, e dalla formazione molto eterogenea: chi come Elisha frequenta giornalismo all’università di Nairobi, chi come Athaman già conduce regolarmente una trasmissione a Radio Pamoja (radio comunitaria dello slum di Kibera), oltre a fare il cuoco al ristorante Baraza della Shalom House, chi come Hanna, Joseph e Kevin suonano, cantano, producono musica e saltuariamente collaborano con un’altra radio comunitaria molto ascoltata nell’area (Ghetto radio). Sondando le loro eventuali esperienze e “gusti” in campo radiofonico, musicale e giornalistico abbiamo stabilito lo schedule per alcune linee di lavoro.

  • Presentazione/pubblicità del luogo da cui trasmettiamo, la Shalom House

Intervistando gli ospiti e chi lavora nelle sue mille attività cominciare a raccontare cos’è e come funziona “un’impresa sociale” intorno a cui gravitano comunità locali e progetti internazionali.

  • Da dove veniamo: ritratto del “quartiere”, i suoi aneddoti e i suoi problemi

Interviste agli abitanti e amministratori delle aree intorno alla Shalom House, dove la maggioranza dei partecipanti al laboratorio risiede: Kabiria e Kimbo.

  • Radiodramma a puntate

Un racconto radiofonico a più voci e personaggi con temi di vita quotidiana:“Family Business”, scritto, recitato e sonorizzato da loro.

  • Ritratti

La figura di Wangari Maatahi, ricostruita attraverso interviste a chi ne ha studiato l’azione e il pensiero, e chi prosegue i progetti del movimento Green Belt.

In sette giorni di laboratorio, dalle 9 alle 17, sono state realizzate per ognuna di queste linee, una “prima puntata” della durata di circa 5’, interamente registrata, sonorizzata (spesso con jingle e canzoni appositamente ideati) e montata dai partecipanti. Oltre che “esercitazioni” restano “servizi” e materiali validi nel tempo che potranno essere trasmessi quando la web radio sarà avviata. Per ognuno di essi è stato pensato come portarli avanti nelle successive trasmissioni, con approfondimenti ad esempio sulle singole attività della Shalom, focus specifici sui suoi progetti e conferenze; monitoraggio e soluzioni dei problemi sociali sul territorio; puntate successive del radiodramma; racconto di figure esemplari nella sensibilizzazione ai diritti… L’aspetto dell’ideazione, della riflessione comune su cosa può significare comunicare attraverso la radio e in particolare una web radio, il linguaggio, gli ascoltatori, la valenza sociale e intrattenitiva sono stati sviluppati mentre si fornivano loro rudimenti sull’uso dei registratori digitali, sul montaggio con il software di editing audio Adobe Audition, sull’ideazione e la stesura della scaletta di una trasmissione. Suddividendo i partecipanti in gruppi per la realizzazione dei singoli progetti, ma riportando continuamente i gradi di avanzamento a una condivisione di tutta la classe, come se si trattasse della redazione di un magazine settimanale trasmesso da una web radio.

La trasmissione, della durata di 45’, si chiamerebbe “The Circle” (vedi scaletta).

Ecco un resoconto giorno per giorno

Martedì 6 dicembre

Partendo dai programmi ascoltati alla radio, (o quelli a cui eventualmente si è partecipato come conduttori, cantanti, etc.) si è discusso della funzione, del linguaggio, e dei contenuti di una web radio, fino a formulare insieme a loro alcune proposte che sono poi diventate le linee di lavoro concrete. A titolo di esempio abbiamo ascoltato diversi programmi tra cui il radio documentario realizzato nel precedente workshop del 2009 sull’indipendenza keniana. I temi di confronto sono stati inizialmente molto più ampi, con progetti che andavano dalla lettura dei giornali del mattino all’inchiesta sugli sfasciacarrozze che circondano la Shalom, dai temi della guerra al confine tra Kenia e Somalia alla lettura a puntate di romanzi e storie tradizionali.

Mercoledì 7

Formazione di due “gruppi quartiere” (A Kabiria: Kevin, Hanna, Joseph, Emily… B Kimbo: Athaman, Rikon, Lilian, Judith). I gruppi hanno dei linder naturali in Joseph e Kevin, quello di Kabiria, e Athaman per quanto riguarda Kimbo, ma in generale tutti i partecipanti al laboratorio mostrano di saper far squadra. Pratica di registrazione digitale e consegna degli strumenti per lavoro sul campo. Tentativi di registrazione nello studio audio (vedi “per il futuro”).

Giovedì 8

Mentre si spiega come acquisire i materiali registrati e scalettarli per il montaggio, si forma un terzo gruppo che comincia a raccogliere interviste sulla Shalom House, presto affiancato dalla totalità dei partecipanti al laboratorio. Si comincia a discutere sui testi per un radiodramma. Hanna, Joseph e Kevin sviluppano il primo episodio di un loro progetto.

Venerdì 9

Con l’ausilio del proiettore si mostra all’intera classe come lavorare con l’Audition selezionando le clip con il sistema dei “marker” per poi procedere insieme all’editing del Shalom House Advert. Nel pomeriggio i tre gruppi lavorano da soli ai montaggi con la nostra supervisione. Realizziamo insieme l’intervista al direttore del Diakonia Institute sulla figura di Wangari Maathai. Il gruppo A presenta un primo ascolto del loro montaggio.

Sabato 10

I partecipanti del laboratorio sono tutti a vario titolo già coinvolti nell’evento “Red Carpet”, manifestazione pubblica che presenta alla Shalom House gli esiti di un progetto condotto da una produzione finlandese con i bambini del centro di Ndugu Mdogo e l’avanzamento del progetto di Invisible Cities (Gianpaolo Rampini) con le Sigle Mothers.

Lunedì 12

Nonostante sia giorno di festa nazionale, su esplicita richiesta dei partecipanti al laboratorio, procediamo a lavorare con loro fin dalle 9 riascoltando e correggendo insieme la presentazione della Shalom House e i ritratti dei quartieri di Kabiria e Kimbo. Montano l’intervista su Wangari Maathai. Realizzano i jingle. Uso delle sonorizzazioni con musica raccolta sul campo. Prove di registrazione della radio play. Prima discussione sulla scaletta di una trasmissione che accolga i materiali realizzati cucendoli insieme in un solo discorso.

Martedì 13

Giornata dedicata alla rifinitura e “miglioramento” della qualità sonora dei diversi audio realizzati, perfezionamento dell’uso di Audition. Hanna, Joseph e Rikon provano la scena di “Family Business” (sinopsi: Allan riceve una lettera che gli comunica di essere stato accettato in seminario, ma nel frattempo ha trovato un buon lavoro. Giungono la sua fidanzata Leah e il cugino Paul. Lei non sapeva che avesse inoltrato la domanda, lui non sa come fare. Rimane solo a confidarsi con il cugino: cosa scegliere tra amore, lavoro e il desiderio di diventare un pastore di anime? Una telefonata interrompe la conversazione tra i due, Paul deve correre dal padre… il seguito nelle prossime puntate). Seconda discussione sulla scaletta della trasmissione “The Circle”.

Mercoledì 14

Registrazione e montaggio del primo episodio di “Family Business”. Riascolto degli audio realizzati durante il laboratorio. Stesura collettiva della scaletta e timing. Prospettive future per l’avvio di una web radio.

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