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PEC-Peja. La radio in Kosovo che parla di cultura

di PAOLA LONGOBARDI 

Il progetto, guidato da Michele Gulinucci, per un gruppo di giovani operatori radiofonici sia dal punto di vista tecnico che della programmazione radiofonica. Obiettivo: cercare di superare, anche attraverso la reciproca conoscenza, odi e intolleranze ereditati dal conflitto

Creare dialogo e interazione tra le diverse comunità, far sì che i simboli del conflitto possano divenire occasione di confronto e interesse reciproco per la costruzione della pace. Il tutto attraverso la radio.

È stato questo l’obiettivo di un progetto finanziato dal Ministero degli Esteri italiano e portato avanti da Intersos e MediaAid onlus, che ha posto al centro dell’attenzione il dialogo interculturale in Kosovo. In questa terra, dove il conflitto interetnico ha lasciato odio e intolleranza come eredità ai posteri, la comunicazione è forse uno strumento che non trova molto spazio oltre i confini delle proprie origini etniche. Per cercare di avviare un dialogo tra i giovani delle comunità, Intersos e MediaAid onlus, hanno avviato un progetto di formazione per  operatori radiofonici. Da sempre un mezzo facile da usare e fruibile da molti, la radio in Kosovo è abbastanza diffusa.

A raccontarci del progetto è Michele Gulinucci, esperto del settore e volontario di MediaAid, che nel novembre 2011 si è recato a Pec-Peja per formare una decina di ragazzi in materia di programmazione ed editoria radiofonica, favorendo il dialogo reciproco attraverso la conoscenza delle rispettive culture.

“I ragazzi che hanno preso parte al seminario, tutti giovanissimi, appartenevano alle diverse comunità locali presenti sul territorio e, chi per pura passione, chi per mestiere, lavorava già per le emittenti locali”. L’obiettivo principe, la promozione della cultura intangibile e del dialogo interculturale avviando allo stesso tempo un processo per la creazione di una rete di radio locali rappresentative di tutte e quattro le etnie presenti nella Regione di Pec-Peja.

Al corso hanno partecipato i rappresentanti di sei radio locali: Radio Pejë di Pejë/Peć, Radio Fontana di Istog, Radio Alba di Klina, Radio Top Ilyria di Deqan, Radio Gorazdevac di Gorazdevac e Radio Hayak di Vitomirica. I ragazzi, hanno lavorato insieme sul tema della riconciliazione confrontandosi sulle rispettive esperienze, esplorando le proprie tradizioni, esercitandosi nella realizzazione di format che coinvolgessero ognuno il mondo degli altri. Partendo da una prima lezione tecnica, il corso si è sviluppato sulla pratica di quanto appreso nella teoria, ed ha visto i giovani lavorare in prima persona ad un programma sui beni culturali appartenenti alle tradizioni di coloro che prima erano visti come nemici, avversari. In questo modo, tra lo studio dell’altro e il dialogo per la conoscenza di usi e costumi diversi, si è riusciti a creare uno scambio che ha posto le basi per una collaborazione interetnica. Dal monastero alla moschea di Decani, dalla storica kulla albanese al patriarcato ortodosso di Pec, i ragazzi hanno realizzato una programmazione sulla conservazione del patrimonio etnico culturale inteso come bene di tutti.

Il format, una volta completato, è stato trasmesso simultaneamente da tutte le radio partecipanti il 25 novembre, e annunciato in Italia da Radio3Mondo. Particolarmente significativa la soluzione, a lungo discussa, di un’unica trasmissione bilingue (albanese e serbo-bosniaco) anziché doppiata per i rispettivi pubblici.     

Conclusa la formazione, Intersos ha organizzato diversi incontri con tutte le radio locali coinvolte, e a dicembre 2011 è stato firmato un Memorandum d’Intesa attraverso il quale sono stati definiti gli obiettivi della collaborazione. “La cosa importante di questa esperienza – afferma Bayardo Ivan Benitez, Project Manager Intersos – è che stiamo portando avanti un lavoro comune tra diversi gruppi culturali ed etnici, albanesi, serbi, bosniaci e Rom. I programmi radiofonici, infatti, sono creati attraverso un lavoro coordinato tra loro. La ricerca, la selezione e il montaggio del materiale, sono realizzati insieme. Non appena pronti, vengono poi trasmessi in entrambe le lingue, albanese e serbo-bosniaco”. Fino ad oggi sono stati completati due programmi, per un totale di dieci trasmissioni, ma per il mese di maggio è prevista la realizzazione di un terzo programma comune, destinato ai bambini delle quattro comunità etniche e che consisterà nella lettura di storie e racconti appartenenti a tutti i gruppi culturali.

In cantiere c’è anche un altro corso destinato questa volta a tecnici/operatori delle TV nazionali/locali kosovare. L’obiettivo è sempre lo stesso: promozione del patrimonio culturale e avvicinamento dei gruppi etnici attraverso un lavoro comune.

Nonostante le difficoltà incontrate nella fase iniziale del progetto, causate dal pregiudizio degli uni nei confronti degli altri, il risultato è stato davvero importante. Il traguardo del dialogo reciproco è stato raggiunto e la voglia di questi giovani di andare avanti e ricostruire il proprio paese emette l’energia pura del fare, arricchita da una travolgente passione che si traduce in due parole chiave: speranza e ricostruzione. Speranza che i luoghi che in passato hanno diviso, possano oggi unire. Ricostruzione di un territorio comune, dove condivisione e unità nazionale trovino il giusto spazio.

 

KOSOVO TRE ANNI DOPO: RACCONTO DI UN PAESE CHE C’E’

Giovedi’ 17 febbraio 2011, dalle 11.30 alle 12.00 a Radio3Mondo l’audio-documentario.